“Non puoi fare un buon discorso se non hai qualcosa di cui vale la pena parlare.”
Questa frase presa dall’articolo “How to Give a Killer Presentation” di Chris Anderson mette in evidenza come sia imprescindibile creare #coinvolgimento e #interesse nel pubblico che ci segue.
Ma come possiamo fare?
Chris Anderson, Curatore di TED (Technology, Entertainment, Design), ci dà dei consigli preziosi su come elaborare una presentazione davvero efficace:
Per creare coinvolgimento e interesse nell’ascolto bisogna portare il pubblico in un viaggio, attraverso la creazione di una storia avvincente, con a capo un problema e a seguire la sua soluzione.
Per fare in modo che ciò avvenga, è importante seguire alcune semplice regole:
- introdurre immediatamente l’argomento d’interesse
- spiegarne il motivo
- portare l’audience a desiderare l’engagement
- mettere in risalto i dettagli chiave ed esempi specifici
In altre parole:
Rendere percepibile l’utilità e la fruibilità di ciò di cui stiamo parlando
“il primo compito in quanto oratore è quello di trasferire nella mente degli ascoltatori un dono straordinario – uno strano e meraviglioso oggetto che chiamiamo idea.”
Le idee, comunicate correttamente, possono cambiare per sempre le prospettive ed i punti di vista delle persone.
Un discorso troppo lungo ed astratto potrebbe creare un grande interesse nell’ambito di una community peer2peer ma rischia di allontanare i neofiti per la sua complessità e analiticità.
Chiediamoci sempre:
A chi voglio parlare?
Devo creare contenuti utili
per il mio Target e le mie Personas
È molto importante l’esposizione del discorso.
Si può leggere da uno script; sviluppare una serie di punti elenco per mappare ciò che si intende dire in ogni sezione; oppure memorizzare e provare il discorso più e più volte sino a rendere naturale e scontata ogni parola in modo che recitarlo appaia come la cosa più naturale possibile alla nostra platea.
Quando ci mostriamo sicuri di ciò che diciamo, siamo anche più convincenti.
A tal proposito, bisogna porre molta attenzione anche alla comunicazione non verbale, alla presenza scenica.
Uno degli errori più comuni facilmente evitabile è legato al movimento nello spazio: nelle prime prove le persone generalmente muovono troppo il proprio corpo occupando aree di spazio eccessive con il risultato di distrarre l’audience.
Un po’ di movimento sul palco aiuta a creare un certo ritmo e a mantenere alta l’attenzione: nella maggior parte delle volte però è consigliabile mantenere una posizione stabile e puntare sulla gestualità, sulla mimica e sull’uso dei toni e delle pause per enfatizzare il discorso.
Per comprendere la parte plastica di cui di cui stiamo parlando, pensate a un film indimenticabile: la camminata verso il pubblico di Patrick Swayze era perfetta, ogni passo in uno spazio preciso e limitato, il tronco si muove oscillando e sottolineando la musica, mentre le spalle sono ferme a evidenziare il viso e lo sguardo – come in una marcia sincopata – il tutto usando uno spazio non più grande di 50 cm per volta.
In generale, le persone si preoccupano in modo eccessivo della gestione della tensione: l’emozione, la paura, l’ansia sono tutte reazioni normali del corpo sollecitato dalla nostra mente che si trova in uno stato di stress.
Acquisendo maggiore calma, anche aiutandosi con le tecniche respiratore, si possono migliorare nettamente le prestazioni: si recupera energia e la mente si mantiene lucida e maggiormente reattiva.
Un trucco è continuare a inspirare ed espirare in modo regolare, ci si sentirà subito meglio
Si controlla e si mantiene il ritmo della respirazione fino a che diventa automatico e fino a che il rumore del fiato e del cuore che sentivamo nelle orecchie viene sostituito dai rumori che vengono dalla platea e soprattutto dalla nostra voce.
La respirazione è fondamentale, quella diaframmatica è la respirazione naturale e ideale, spesso però la nostra respirazione è toracica e superficiale, e non ci consente di inglobare tutto l’ossigeno nel modo più efficace.
Respirare in modo corretto ci consentirà di
- scaricare la tensione muscolare da collo e spalle
- migliorare la postura
- rendere la voce nitida
“L’emozione da palcoscenico non è un problema di cui preoccuparsi: il pubblico si aspetta che tu sia nervoso.”
Mostrare la propria vulnerabilità attraverso differenti le espressioni del viso (contratto e preoccupato) o con tono della voce (flebile o tremante) non ha mai invalidato il successo di una presentazione, anzi, (a condizione che l’emozione sia autentica e non costruita ad arte) è uno dei modi più potenti per conquistare un pubblico. Nessuno è perfetto, ma non per questo vale poco: bisogna essere confidente nel valore di ciò che si offre agli altri e nel fatto che abbia una sua innegabile utilità.
Delle Slide e delle Scuole di pensiero
Abbiamo a disposizione infiniti tool tecnologici per la produzione di immagini (video o grafiche) per completare la nostra presentazione, che non farvi ricorso può sembrare inopportuno perché sarebbe come rinunciare a una grande leva su cui fare perno per ottenere il successo
In verità su questo punto, ci sono opinioni profondamente contrastanti.
Molti dei migliori oratori TED non usano le slide, inoltre in molti contesti ciò non è richiesto o addirittura possibile.
Personalmente non amo le slide con dei testi – se non keywords – al contrario considero le immagini fortissime per sostenere un concetto, creare un’emozione, portare gli ascoltatori in un mood comune di grande empatia ed emozione.
Così come l’uso di un simbolo o di una grafica su una slide vuota chiama una tale concentrazione da parte della platea da consentirti di parlare di un argomento per quanto tempo vuoi.
Differente è per l’uso del video, che ha utilizzi differenti per lo più legata alla parte emozionale, a rompere il ghiaccio, a esemplificare un’esperienza, a condurre l’audience in una dimensione e un luogo differente per poi farla tornare in sala con noi.
Uno dei miei preferiti è La strategia di Harvey, un video che uso per esemplificare il concetto di personal branding.
In generale, quando scegliete del materiali video, l’importante è che sia della lunghezza giusta: superare il minuto e 30 è davvero sconsigliabile, l’attenzione delle persone rischia di perdersi e a quel punto i vantaggi dell’utilizzo del media verranno completamente vanificati.
Aiuta molto, prima dell’evento, fare delle simulazioni, o di fronte a un pubblico test oppure anche semplicemente allo specchio o riprendendosi in un video.
Ciò ci consente di aver modo di avere un feedback sulle proprie performance, correggere i punti deboli e amplificare gli aspetti pregnanti.
Creare dei contenuti interessanti è alla base della comunicazione, così come partire sempre con una strategia ben chiara e definita
Molto spesso, per la fretta di catturare l’audience, o per timore di perdere l’attenzione del pubblico si commettono errori grossolani da cui è difficile poi tornare indietro.
Uno dei più comuni è quello di voler arrivare subito al dunque, tutto in una frase o nei primi attimi di apertura, in altre parole:
Fare lo spoiler di se stessi
Uno dei motivi di successo dei discorsi e delle presentazioni è legato allo Storytelling e alla capacità dello speaker di costruire la sceneggiatura del discorso, di calibrare toni e pause, di alternare ritmi e battute.
Se un discorso fallisce, è quasi sempre perché l’oratore non ha inquadrato correttamente il contesto ed il focus, ha effettuato una errata valutazione del livello di interesse del pubblico o ha trascurato di inserire elementi di grande empatia e coinvolgimento.
I comunicatori di successo sono in grado di incuriosire le persone costruendo un percorso e – più sono bravi – più lo fanno utilizzando il linguaggio delle persone alle quali si rivolgono.
Because
#FollowerExperience
Matters