Cybervetting e etica del web: l’uso dei social media per selezionare i candidati

da | Lug 11, 2023 | Blog

I social media giocano un ruolo sempre più significativo nel processo di selezione dei candidati in molti contesti (così come, per chi sta cercando una nuova posizione lavorativa è importante avere un profilo social efficace per emergere e convincere i selezionatori).

Che riguardi uno stagista piuttosto che un senior, un sondaggio condotto da ResumeBuilder.com afferma che molti Recruiter controllano i profili social dei candidati durante il processo di selezione e che questo, ha un peso significativo nella scelta finale.

Il 74% dei Selezionatori afferma di utilizzare i social media per valutare i candidati con l’obiettivo principale (55%) di verificare se il candidato si dimostra in armonia con la cultura aziendale e il 13%, afferma di aver deciso di non assumere candidati a causa delle informazioni raccolte.

Quali informazioni si possono ottenere dal profilo social di un candidato?

Oltre ai dati che sono contenuti in un CV il profilo social rivela molto della persona ai fini del processo di selezione.

In particolare:

Coinvolgimento professionale: I profili sui social media possono riflettere l’interesse e l’attività del candidato nel settore in cui è interessato a lavorare. Ad esempio, partecipazione a gruppi professionali, pubblicazione di contenuti legati alla propria professione, partecipazione a eventi o conferenze del settore. Questo coinvolgimento può indicare un interesse sincero e una passione per la professione il che, può essere considerato un vantaggio.

Personalità e cultura aziendale: I social media possono fornire un’idea della personalità e degli interessi personali del candidato, argomenti che normalmente non sono oggetto di intervista. I datori di lavoro possono ottenere informazioni su hobby, attività extra-professionali, preferenze culturali e sociali e altro ancora. I datori di lavoro prestano attenzione all’immagine che un candidato proietta online e le pubblicazioni o i comportamenti discutibili, possono avere un impatto negativo sulle opportunità di lavoro. Queste informazioni possono essere utili per valutare la compatibilità del candidato con la cultura aziendale e il team esistente.

Perchè è importante fare questo passaggio nei processi di selezione?

Recenti sondaggi mostrano che in Italia gli utenti LinkedIn sono oltre 18 milioni su una popolazione attiva di circa 38 milioni. Ciò significa che oltre il 47% della forza lavoro avrebbe un profilo LinkedIn.

A ciò si aggiunge che, in Italia, secondo altri dati recenti, sono oltre 35 milioni le persone che usano Facebook, 28 milioni Instagram, 20 milioni Pinterest e 5 milioni Twitter.

Questo in pratica sta a significare che una parte importante della forza lavoro in Italia ha una propria personale visibilità online, attraverso piattaforme che riportano attività/foto/video, ecc.., i datori di lavoro dispongono quindi di un vasto materiale da cui recuperare informazioni di qualsiasi tipo.

Cybervetting e webscraping: l’uso etico del web

Quante sono le aziende o i responsabili delle risorse umane che ricorrono al Cybervetting?

É etico utilizzare le informazioni che si possono trovare su Internet, in particolare sulle piattaforme e i social network, per determinare se un candidato sia adatto o meno a una data posizione lavorativa?

Esiste la proibizione di fare web scraping, cioè utilizzare dei programmi per estrarre contenuti e dati da un sito. D’altra parte, quando la pagina web è accessibile pubblicamente questo divieto è praticamente impossibile da applicare.

Per riassumere, se il candidato ha reso le proprie informazioni pubblicamente disponibili sul web e le stesse vengono elaborate dall’azienda in modo legale ed etico non esistono particolari impedimenti.

Le cose cambiano nel caso in cui queste informazioni vengano utilizzate per supportare una decisione di selezione nell’ambito del lavoro senza che ne venga verificata l’autenticità o senza prima averne parlato con i candidati interessati.

É chiaro però che in questo caso, la decisione è affidata alla discrezionalità e alla sensibilità del responsabile delle Risorse Umane.

Laura Colombo

AD ETAss | Career and Digital Coach ICF and mBIT Certified | past Forbes HR Council Editor | LinkedIn Partner | HR Communication | Employer Branding | Talent Acquisition | Libera Pensatrice


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